domenica 15 dicembre 2013

COLTIVARE FUNGHI IN CASA


 Questa settimana vogliamo mostrarvi come iniziare una coltivazione di funghi         ( Pleorotus Ostreatus) in casa. Il primo step è la creazione degli spawn, dove il micelio inizierà la sua moltiplicazione.


Lo spawn è un modo per moltiplicare il micelio, ottenendone abbastanza per poter poi inoculare il substrato finale, che nel nostro caso sarà di fondi del caffè usati. Come base per preparare gli spawn si possono usare semi di cereali, idratati e sterilizzati, che essendo altamente proteici permettono al micelio di crescere in modo vigoroso e rapido.
Il cereale che abbiamo scelto per preparare il nostro spawn è la segale, ma vanno bene anche grano, sorgo, miglio e orzo.
Ora in una pentola a pressione possiamo cuocere la segale.



Lasciamo raffreddare la pentola fino a temperatura ambiente (ci vogliono diverse ore). Nel frattempo prepariamo i vasetti , dove successivamente metteremo la segale. Dobbiamo fare un buco nel coperchio. Successivamente tappiamo il buco con del cotone che fermiamo con dello scotch.



Poi mettiamo la segale nei barattoli, chiudiamo e mettiamo di nuovo in pentola per 30 minuti.




Una volta  tolti dal fuoco li dobbiamo fare raffredare a temperatura ambiente. Una volta freddi, i barattoli sono pronti da inoculare!
Ora dobbiamo passare alla fase due : l'inoculazione.
Noi abbiamo uttilizzato una glove box, cioè una scatola di plastica a testa in giù alla quale abbiamo fatto due buchi.


La prima cosa da fare, è pulire accuratamente la glove-box con alcool, compresi gli angoli, il coperchio e le manichee le nostre mani. Fatto questo per inumidire l'ambiente spruzziamo all'interno della glovebox  un po di acqua e impedire che  le spore indesiderate possano muoversi liberamente.
Poi a questo punto possiamo prendere i nostri vasetti chiusi e inserirli all'interno della glove box. Prendiamo un fungo ostrica e lo spelliamo fino a prenderne un pezzo dalla parte centrale. Apriamo il coperchio e nel minor tempo possibile appoggiamo il fungo sulla segale e chiudiamo il barattolo.


Una volta completata l'operazione, mantenete il barattolo al buio ad una temperatura di 20-25°. Se tutto va bene, la crescita dovrebbe risultare visibile entro una settimana.Ecco come appariranno i vostri spawn! A presto le news e intanto buon inizio di coltivazione!

mercoledì 16 ottobre 2013

LE BOMBE DI SEMI II. Tutorial e foto del laboratorio

...ed eccoci al termine del workshop sulle bombe di semi di sabato a condividere con voi alcune foto della mattinata di Castel Mareccio a Bolzano... Per tutt* quelli che si sono persi il laboratorio pubblichiamo anche qualche consiglio per realizzare le "uniche bombe realmente intelligenti", come le ha definite un caro amico del Collettivo, stando comodamente in casa e con i semplici materiali di cui sono costituite... ed ecco allora, la lista della spesa:

  - 1 parte argilla ( noi l'abbiamo recuperata nel nostro orto... )
  - 1 parte terriccio
  - 1/2 parte compost ( anche questo arriva dall'orto delle Semirurali)
  - acqua
  - semi misti secondo i vostri gusti e/o necessitá













ecco i semi che abbiamo portato al laboratorio di bombe di semi di Castel Mareccio a Bolzano:
Mais rosso e giallo, tagete, malva, zucche e zucchine, peperoncini vari, broccolo, fiordaliso, ibisco, tutti semi di piante coltivate o raccolti da noi...

Ed ecco come realizzare le bombe di semi:
in un contenitore mescolare insieme una parte di argilla, una di terriccio e mezza di compost. Infine una manciata di semi vari, a seconda dei vostri gusti o del tipo di azione che avete in mente di fare.




aggiungete pian piano dell'acqua, e mescolate tra di loro tutti gli "ingredienti" sino ad ottenere un bell'impasto... fate una grossa palla dalla quale, a seconda delle vostre esigenze potrete ricavare dalle 2 alle 5-6 bombe di semi


 ecco come appaiono le nostre bombe di semi in germe... non resta che lavorarle una per una ancora per un pó per compattarle per benino, e lasciarle poi asciugare o lanciarle subito!











Ecco allora una bomba di semi pronta all'uso:


 Un 'altro modo per realizzare le bombe di semi é quello di preparare impastandolo uno strato di argilla, al centro del quale poi sistemeremo terriccio, compost e semi:



ed ecco altre bombe di semi, da quella zen alla vera e propria bomba (di semi) a mano: ognuno ha la sua!
   


 
Sinora non c'é stato laboratorio del collettivocontorti in cui non ci si sporcasse le mani di terra! e per il packaging delle bombe... cosa meglio delle eco-sostenibili e biodegradabili (nonché reciclate) confezioni delle uova? 

Infine, ecco un paio di foto di lanci delle bombe di semi realizzate durante il laboratorio di Sabato 12 Ottobre a Castel Mareccio... e ora non ci resta che attendere la prossima primavera e lasciarci sorprendere dalle piante che nasceranno dalle bombe!!!
A presto!

 

 

mercoledì 9 ottobre 2013

LE BOMBE DI SEMI. WORKSHOP DI CRITICAL / GUERRILLA GARDENING

LE BOMBE DI SEMI. 

WORKSHOP DI CRITICAL / GUERRILLA GARDENING

SABATO 12 OTTOBRE DALLE 9.30 ALLE 12.30  

Schloss Maretsch - Castel Mareccio a Bolzano










STORIA:

Le bombe di semi sono uno dei principali mezzi utilizzati nel Critical o Guerrilla Gardening. Create per la prima volta da Masanobu Fukuoka, il padre dell'agricoltura naturale, si tratta di piccole palline composte di terra e argilla che contengono al proprio interno diversi tipi di semi, dalle verdure ai fiori. Le bombe di semi vengono utilizzate nell’agricoltura urbana, e in particolar modo nel "critical / guerrilla gardening" per raggiungere e rinverdire aree degradate e abbandonate della cittá ma possono essere anche un divertente modo per seminare nel proprio balcone.

OBIETTIVI DEL LABORATORIO:
Due operatori del Collettivo Contorti guideranno i partecipanti in tutte le fasi di creazione delle bombe
di semi e dei loro contenitori (a partire da scatole di uova riciclate)

A CHI È RIVOLTO:
per la sua semplicitá e immediatezza, il laboratorio é rivolto a persone di tutte le etá, dai bambini ai piú anziani.

MATERIALI UTILIZZATI:
argilla
compost
terra
semi
scatole di uova

L'ingresso é ovviamente gratuito, i materiali pure

link evento facebook:
https://www.facebook.com/events/238472536307319/



lunedì 15 luglio 2013

SCOPRIAMO IL SAMBUCO

E´tempo di sambuco!
Sambuco in Erboristeria: proprietà del Sambuco
Il sambuco fa parte della famiglia delle Caprifoliaceae.


Potrebbe interessarti: http://www.my-personaltrainer.it/erboristeria/sambuco.html
Sambuco in Erboristeria: proprietà del Sambuco
l sambuco è una pianta utilizzata in campo fitoterapico come diaforetico (per le malattie a carico dell'apparato respiratorio), antinfiammatorio e diuretico.

Potrebbe interessarti: http://www.my-personaltrainer.it/erboristeria/sambuco.html
o per preparare il famoso sciroppo altoatesino, tipica bevanda dissetante dei nostri contadini di montagna.
Ecco qui la ricetta per prepararlo in casa!
Gli ingredienti sono:
15 fiori 
 1,5 kg zucchero 
 4 limoni -
1,5 l acqua 
 60 g acido citrico
Lasciar macerare in un contenitore per 3 giorni al sole 15 fiori di sambuco con 4 limoni ed 1,5 litri d'acqua. Mescolare ogni tanto il tutto. Al terzo giorno strizzare e togliere il contenuto, aggiungere l'acido citrico e lo zucchero e mescolare fino a che lo zucchero sia sciolto. Portare ad ebollizione in una pentola lo sciroppo ed imbottigliare. Come alternativa si può riscaldare l'acqua con lo zucchero e l'acido citrico e mescolare fino a che siano sciolti, quindi aggiungere i limoni ed i fiori di samburco lasciandoli al sole per 3 giorni.
Ed ecco pronta la vostra bevanda estiva con quale poi potrete preparare l´aperitivo hugo, che si prepara con lo sciroppo di sambuco, delle foglie di menta fresca, prosecco e acqua minerale

Inoltre nell´agricoltura nell'agricoltura biodinamica, si utilizza  un macerato di sambuco per tenere lontano i topo dall´orto! In 20 litri di acqua si macera 10 chili di foglie di Sambuco. Dopo una decina di giorni, la poltiglia che rimane, si diluisce ancora in 10 litri di acqua. Si deve irrorare più volte intorno le piante attaccate dai topi.

Allora buone produzioni!

ERBE SPONTANEE IN CUCINA: IL BUON ENRICO

 Da pochi giorni siamo stati in val d´ultimo a curiosare e raccogliere erbe selvatiche.
Siamo finalmente in estate e le erbe da raccogliere sono numerose!
Ve ne consiglio alcune!


È una pianta mangereccia, che appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee, come il "farinello".
Essa e´conosciuta sin dall'antichità  e apprezzata per il suo valore nutritivo. Come molte piante selvatiche infatti essa e´ricca di ferro e vitamina b1. Il buon enrico si trova facilmente sui nostri prati di montagna, sopratutto sui pascoli.
Si possono raccogliere le foglie e lessarle e utilizzarle in cucina come gli spinaci.
 Ma ecco qui una ricetta se volete provarli!
Ingredienti per 4 persone:
1 kg. di foglie di buon Enrico
½ cucchiaino di bicarbonato
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai di passata di pomodoro
olio e sale
Cuocete con poca acqua le foglie di buon Enrico. Quando l’acqua comincerà a bollire aggiungete il bicarbonato e lasciate cuocere fino a quando il gambo sarà diventato morbido.
Scolate, strizzate e tritate la verdura. In una padella versate un po’ d’olio e fatevi rosolare la cipolla affettata unitamente allo spicchio d’aglio. Quando la cipolla sarà ben dorata, aggiungete il   buon Enrico e fate insaporire.
Aggiungete la passata di pomodoro, salate e fate cuocere ancora per circa 10 minuti per fare addensare la salsa . Mescolate con cura e servite ben caldo.

mercoledì 19 giugno 2013

ERBE SELVATICHE DEI NOSTRI PRATI


Durante la giornata classica di lavoro probabilmente non ci capita neanche di ricordarci l'esistenza della terra, poiché la società capitalistica, globale, legata alla mercificazione della natura, ha cementato tantissima terra, creando su di essa una nera superficie, una coperta sotto la quale è rinchiuso un mondo vivente fatto di insetti, batterri, microrganismi
Per fortuna al mondo esistono ancora tantissimi prati che ci offrono un tesoro immenso, a cui avvicinarci piano piano. Possiamo scoprire le piante selvatiche in una piacevole passeggiata vicino alla città, che ci dona una sensazione rilassante e di unione con la natura e con la terra sulla e con la quale viviamo. Le piante che troviamo lungo il nostro cammino possono essere mangerecce o medicinali.
La biodiversità delle varietà e delle specie ci offre un tesoro inestimabile, che solo conoscendo possiamo apprezzare e proteggere.
Ecco perchè oggi voglio mostrarvene alcune che possiamo trovare nei dintorni di Bolzano.

La prima è l'Anchusa Officinalis, dai fiori di un azzurro puro e intenso, dal fascino incantevole. Le foglie sono invece lanceolate, ruvide e ricoperte di una peluria bianca pizzicante. Questa pianta fa parte della famiglia delle Boraginacee. I costituenti principali sono il nitrato di potassio, mucillagine. Le foglie e i fiori possono essere mangiati in insalata, ripieni di paste, minestre, pesti o frittate. “Le foglie di Anchusa venivano impiegate come emolliente nelle affezioni polmonari... le donne greche la usavano invece come pianta per preparati cosmetici emollienti.
 


Poi passeggiando potremmo incontare facilmente la Sanguisorba Minor. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Rosacee. I suoi costituenti principali sono i tannini e poi le saponine. Ha proprietà astringenti, antiemorragiche (da questa caratteristica ne deriva il nome), cicatrizzante. Le foglie, dal retrogusto di cetriolo possono venire utilizzate in insalata. Essa ha inoltre un altissimo contenuto di vitamina c ( quasi 100 volte superiore alle coste!).


 

Un'altra pianta che possiamo incontrare facilmente è la Salvia Pratensis. Dal fiore viola e le foglie grandi, questa pianta fa parte della famiglia delle Lamiaceae. Le foglie a differenza della Salvia Officinalis, non emanano nessun profumi, ma sono ugualmente aromatiche e ricche di proprietà. Ha infatti le stesse proprietà della salvia officinale, ma meno marcate.
Ha proprietà antisettiche,  antinfiammatorie, digestive.
Possiamo raccogliere le foglie, meglio se prima della fioritura e cucinarle impanate e fritte o in insalate.

 
Un piccolo appunto, in modo che nelle prossime passeggiate possiate iniziare ad essere partecipi della preziosità che la Terra gratuitamente ci offre.
Buone scoperte!

mercoledì 24 aprile 2013

L'orto condiviso temporaneo di piazza Matteotti.

 Per noi il progetto "semi di resistenza" in Piazza Matteotti è un assaggio di un giardino condiviso.


Abbiamo voluto creare un luogo dove le persone possano coltivare relazioni condividendo per un periodo la pratica dell'agricoltura biologica urbana. Abbiamo voluto creare un luogo d' incontro e di scambio di saperi tra generazioni, dove poter condividere giovani e più anziani la passione e  i saperi dellla cultura agricola.



Abbiamo proposto l'idea di un orto temporaneo in piazza come resistenza ad un modello centrato sulla crescita illimitata e sul consumo fine a se stesso, alla coltivazione chimica e industriale che fa uso di pesticidi, ogm e che riduce la biodiversità, alle filiere “lunghe” che portano vantaggi economici a molti distributori intermediari, alle filiere dislocate tra paesi diversi con alti costi in termini di trasporti e inquinamento.
Per questi motivi il Collettivo Contorti propone la possibilità di iniziare a coltivare verdure e rapp-orti, autoprodursi il proprio cibo in città, sul proprio balcone, in campagna e in montagna!
Vogliamo quindi riappropiarci di un contesto di autoproduzione alimentare in cui poter produrre autonomamente il nostro cibo, liberandoci dalle catene dei supermercati.



Autoprodursi il proprio cibo ci darà la possibilità  di conoscere le piante di cui ci  nutriamo e di imparare a conoscere i cicli della natura e delle stagioni.
Per noi il progetto in piazza Matteotti non è solo fatto di ecologia ambientale, ma anche di ecologia sociale
Abbiamo quindi cercato di portare nel tessuto urbano germogli e semi per costruire modelli culturali alternativi a quello dominante, più vicini alle persone e alle relazioni, in cui esistono le emozioni e la sacralità della vità naturale e umana. Crediamo infatti in uno sviluppo umano accompagnato da un progresso non solo tecnologico, ma anche sociale ed ecologico.

Tutto questo per noi è ECOLOGIA E RESISTENZA.


sabato 20 aprile 2013

L'ORTICA: BIOFERTILIZZANTE PER L'ORTO E PIANTA MANGERECCIIA



L'ortica è una pianta dalle molte proprietà.
Contiene proteine, zolfo, calcio,ferro, magnesio e potassio, silice, vitamina A, B2, acido folico.

Possiamo utilizzare l'ortica come alimento, come fertilizzante per il nostro orto, come pianta medicinale e come pianta tintorea.
Ha azione diuretica, depurativa, antinfiammatoria, tonico-stimolante e emostatica.
Le foglie per la ricchezza di minerali sono reputate un ottimo mineralizzante, ricostituente e antianemico.
L'ortica é poi utile sotto forma di lozione di radici tritate in acqua e aceto come tonico per il cuoio capelluto, per arrestare la caduta dei capelli e eliminare la forfora.


É un alimento utilizzato nella cucina povera per insaporire frittate e minestroni, ma ottimi sono anche i gnocchetti verdi o per il risotto. La si può mangiare anche da sola, lessata e condita con sale, olio e limone. L'ortica è una pianta spontanea che possiamo trovare vicino a sorgenti d'acqua e segnala terreni ricchi di azoto. Per raccoglierla utilizziamo i guanti poiché questa pianta è urticante e altrimenti provocherebbe delle bolle rosse fastidiose sulle mani. Per usarla come alimento raccogliamo le cime giovani.
Una tradizione del Tirolo è quella di buttare dell'ortica nel focolare quando scoppia un temporale, poiché questa pianta proteggerebbe dai fulmine, poiché secondo la credenza la folgore non colpirebbe mai questa piantina.

Grazie alle numerose sostanze contenute all'interno dell'ortica, questa pianta è un ottimo fertilizzante per il nostro orto. Per prepararlo bisogna tagliare a pezzi l'ortica e metterla a bagno in acqua fredda: 1 kg di foglie per 10 l di acqua. Dopo una settimana di macerazione il preparato è pronto per essere diluito 1 a 10 in acqua e distribuito nell'orto come fertilizzante!
La pianta di ortica è una pianta tintorea che viene utilizzata tradizionalmente inoltre per tingere di verde cupo la lana grezza, mordenzandola prima con allume di rocca o cremor tartaro. Inoltre dall'ortica si può ricavare un ottima fibra tessile.

Insomma l'ortica è una pianta dalle innumerevoli proprietà.
Buona raccolta quindi!

martedì 16 aprile 2013



 "Coltiva i tuoi abiti" é un laboratorio che il "Collettivo contorti" propone all'interno delle attivitá dello Skonsumo Eko-Tex, il mercato del Tessile Ecocompatibile di via Vintola a Bolzano, Domenica 21 Aprile dalle 15.00 alle 17.00.

In quest'occasione, i partecipanti di qualsiasi etá verranno simpaticamente guidati nella creazione di:

- l' AiUoLAbIto permanente (:) ovvero la trasformazione di un paio di vecchi vestiti in un'aiuola nella quale coltivare piante ornamentali (fiori ecc) o ortaggi,

e di

- il Vasetto/vestitO: piccoli contenitori ancora una volta ricavati dai vecchi vestiti nei quali far crescere fiori o piccoli ortaggi, che ogni partecipante potrá portare a casa (...per un'agricoltura nomade).

Tutto il materiale, comprese terra e piantine verranno messi gratuitamente a disposizione di ogni partecipante.

Ognuno, se vuole, puó portare un capo d'abbigliamento vecchio e da buttar via   ( o che fatica a gettar via e piacerebbe vedere ritrasformato), purché di lana o cotone, e un paio di forbici. Tra i capi d'abbigliamento, l'ideale sono vecchie maglie a maniche lunghe, scarpe bucate, pantaloni lunghi...

Info Skonsumo Eko-Tex: http://www.facebook.com/events/130350177144871/?fref=ts

giovedì 4 aprile 2013

IL FIORDALISO: UN FIORE DA MANGIARE E PER LA COSMESI CASALINGA



 Il fiordaliso è una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee. I colori dei petali dei fiori sono molto vari: possiamo trovare fiordalisi bianchi, rosa, azzurri, bordò..


 Il fiordaliso ha un fiore molto bello che dona colore al nostro balcone e al nostro orto. Inoltre il fiordaliso è commestibile: possiamo usarlo per esempio per guarnire un piatto di patate bollite, insalate o primi piatti.



Inoltre i fiordalisi possono essere seccati e utilizzati in tsana! I fiori del fiordaliso  hanno anche proprietà medicinali e cosmetiche che andiamo a vedere qui nel dettaglio:
IL FIORDALISO COME PIANTA MEDICINALE
“I fiori del Fiordaliso sono impiegati per la presenza in antociani e flavonoidi nelle infiammazioni a carico dell'occhio ( per sforzi visivi intensi e , acqua di mare o di piscina, locali pieni di fumo) sotto forma di acqua distillata, infusi e compresse oltre che colliri e lavande.” Enrica Campanini : Dizionario di fitoterapia e piante medicinali.


IL FIORDALISO IN COSMETICA
In cosmetica rientra nella formulazione di acque palpebrali e tonici per pelli delicate. Infusi e cataplasmi possono essere utilizzati per pulire e rinfrescare parti delicate della cute.
É inoltre possibile preparare un oleolito di fiordaliso, da usare come base per la preparazione di una crema ricca di antiociani , che agiscono, grazie alla loro proprietà antiossidante, contro vari processi di invecchiamento .
Inoltre l'infuso può essere impiegato nel lavaggio del cuoio capelluto e si dice possa fortificare il cuoio capelluto, diminuire la forfora e dare lucentezza ai capelli.

 
ETIMOLOGIA e LEGGENDE
Il suo nome deriva probabilmente dal francese "fleur de lys" (fior di giglio).
Il suo nome scientifico è “Centaurea cyanus” .
Il nome “Cyanus” deriva dal greco ”kyanos” o ”κύανο” (= sostanza di colore blu scuro simile ai lapislazzuli) e si riferisce al colore prevalente dei fiori di questo genere. Inoltre Cyanus è il nome di un personaggio di un mito greco. In questo mito dea Flora si innamora di un giovanotto di nome Cyanus, Quando poi la dea lo ritrova morto disteso in un campo di fiordalisi, diede a quei fiori il nome del suo amato.
Il nome Centaurea derivererebbe invece dal centauro Chirone, che al contrario degli altri centauri aveva un'indole mite e saggia. Fu considerato dagli antichi greci il capostipite dell''arte della medicina poiche Chirone fu per gli antichi greci il maestro di Asclepio, figura venerata dagli antichi come il dio della medicina, delle guarigioni e dei serpenti. Inoltre Chirone fu anche guaritore di Achille.

Una leggenda sul fiordaliso narra invece che al tempo di Napoleone, Guglielmo I, re di Germania, fu costretto a fuggire: si ritrovò in un campo di grano. Nell'attesa di ritornare al suo paese, vide sua madre intrecciare mazzetti di fiordaliso, per tranquillizzare i bambini che erano con lei. Ritornato sul trono mise il fiordaliso nel fregio araldico.


Il fiordaliso può essere quindi un bellissimo e utilissimo fiore da avere nel proprio orto o sul proprio balcone.